vivere in sette tra profumo di pane, fruscio di pagine, ronzio di radio, risate di giochi e sogni di viaggi

lunedì 5 marzo 2012

Terza parte dell'episodio :"Quella zingara di un'erba"

Ed eccoci all'epilogo.
Torno a casa e dopo aver "accatastato" con ordine e diligenza il contenuto delle valige sul divano scatto al computer e cerco notizie sull'erba zingara.
Da un forum apprendo che si chiama Trigonella o fieno greco: me lo ricordavo che aveva tre foglioline !! (all'Universita' eccellevo in Botanica...) e faccio una scoperta: POVERI TEDESCHI ! NON SONO LORO CHE LA USANO NEL PANE !!! Sono gli Altoatesini detti anche Sudtirolesi !
Ma che cavolo ! Vado a cercare un'erba in Germania che usiamo qui in Italia !!
Ok ok ... Italia .. geograficamente .. vai tu a chiedere l'erba zingara in Val Venosta dove producono le pagnottelle che la contengono e dimmi con che faccia ti guardano !!!
Sai come la chiamano ? Brotklee ! Non è tedesco ? Ecco.
Allora prendo la macchina e corro al negozio di alimentazione naturale, chiedo il fieno greco e il personaggio mi guarda con aria compassionevole :"non ce l'ho" senza neanche voler sapere che ci facevo o propormi di ordinarla.
Tra parentesi ha fatto cosi' anche quando gli ho chiesto se aveva farina d'orzo, probabilmente sono l'unica cliente che lo mette di fronte ai suoi problemi di fornitura. E questo sarebbe l'erborista...
Ma io non mi scoraggio: l'erba zingara esiste. Spedisco N. in un'altra erboristeria del centro durante il suo giretto il sabato mattina al mercato.

Inciso: il sabato mattina io e N. ci scambiamo i ruoli. Lui esce a fare la spesa al mercato ed io resto a casa a lavorare finalmente SOLAAAAA ! Ovviamente per questo favore che mi fa sorvolo sul risultato dei suoi acquisti: patatine fritte, mortadella ed affettati in genere in pacchi da 5 etti, schifezze al cioccolato, pane da 20 euro al kilo, formaggio della malga XY che pare fatto con i piedi del contadino.

N. ritorna con l'agognato pacchetto ed io volo a tirare fuori dallo scaffale dei miei cookbooks la ricetta delle...

Vinschger Paarlen - Pagnottelle venostane in coppia

350g di pasta fermentata*
1 l di acqua tiepida
30g di lievito di birra
600g di farina di segale scura
600g di farina di segale chiara
sale
cumino
semi di finocchio
trifoglio da pane o ... ERBA ZINGARA !!!

Mescolare in una terrina la pasta fermentata con il lievito e meta' dell'acqua. Aggiungere la farina, il sale, le spezie e l'acqua rimanente e lavorare fino ad ottenere una pasta morbida. Lasciarla lievitare e dividerla quindi in pezzi grandi un pugno. Disporre su una placca da forno infarinata i pezzi uniti a coppie. Lasciar lievitare ancora mezz'ora, poi infornare le pagnottelle a 260 gradi, riducendo a poco a poco il calore a 200 gradi. Lasciar cuocere per 20 minuti circa.

NB Io ho porzionato l'impasto e l'ho messo a lievitare sulle teglie tutta la notte invece di farlo lievitare due volte, questo perché conosco il mio lievito madre. Poi ognuno si orienta come vuole, per esempio nei negozi di alimentazione naturale vendono le bustine di pasta fermentata liofilizzata già pronta.


più che gonfiarsi si allargano
pronte per il forno



















*come si prepara la pasta fermentata:

un pugnetto di lievito madre
250 g di latticello (o buttermilch o buttermilk) intiepidito
4 Cu  di farina di segale

Unire gli ingredienti e lasciar riposare la pastella 24 ore in luogo caldo senza spifferi, mescolandola di tanto in tanto. Trascorso questo tempo e' pronta per panificare molti tipi di pane nero.

Vorrei descrivervi il profumo che esce dal forno !! All'inizio le note dolci del lievito madre, poi arriva l'erba zingara aromatica e penetrante, infine il cumino ed il finocchio quasi balsamici. Dopo un po' quello che si spande in cucina mi dà alla testa e vado ad aprire le porte di tutte le stanze di casa perché non si perda subito fuori dalle finestre. Chissà .. magari ha anche un'effetto antitarmico .. come la lavanda, i chiodi di garofano e il rosmarino... 

Abbiamo ammazzato il pane venostano con speck, birra e cetriolini. Come diciamo a Roma: è la morte sua !


La ricetta delle pagnottelle viene da questo libro che è un ricettario di casa anzi di .. ristorante !! Scoperto tramite mia madre e ricomprato nella versione nuova. I piatti tradizionali e storici della cucina altoatesina quando si andava a fare la spesa dal contadino solo se si abitava in centro a Bolzano e la stalla non era sotto casa. Non delude davvero.
Peccato che non si possa dire altrettanto della cucina dell'albergo che un tempo fu dell'autrice (e che ora gestisce suo nipote). Grande charme e attenzione al confort di lusso: 2 tipi di saune, massaggi, piscina riscaldata all'aperto in pietra, zona relax su chaise longue coperte di vello di pecora, stanze in legno vecchio, stube quasi poetica, sorrisi, cortesia, discrezione, bellezza ovunque basta guardare il sito web, ma la cucina un po' decaduta direi ..
Tanto che quando dissi al proprietario che girava salutando gli ospiti durante la cena :"Sono venuta qui principalmente per via del ricettario di sua nonna !" mi è sembrato più imbarazzato che lusingato. Forse visto il livello del pasto avrebbe preferito che dicessi :".. per via della pubblicità su internet " !!
Comunque a parte tutto se vi fa voglia andateci eh ? Io solo per le coccole ricevute ci tornerei anche se mi servissero wuerstel e crauti.


finché il fegato non urla ...
Scake, investigatore scarcagnato ma tenace, ha risolto il caso di quella zingara di un'erba.
Notoriamente le cose vanno sempre cosi', vado all'estero e mi prende la fissa per la cucina locale, poi torno a casa e mi cimento risolvendo gli inghippi a casa mia.
Eh .. l'Italia .. sempre magggica. 

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