vivere in sette tra profumo di pane, fruscio di pagine, ronzio di radio, risate di giochi e sogni di viaggi

sabato 7 aprile 2012

Che cosa c'e' di diverso questa notte? - parte terza

Ho lo stomaco che parla:" dai bella butta giu' qualcosa...".
Stamattina ho preparato da mangiare per il dopo Veglia.
Devo cucinare cous cous ai gamberi speziati e verdure, haroset e challah.

Premetto che non faccio parte di una setta, ne' di una corrente messianica dell'ebraismo come forse si potrebbe pensare dal modo in cui ci stiamo preparando a questa Pasqua.
La Chiesa Cattolica prevede da sempre l'esperienza di una veglia notturna in cui si ricalca il rito antico della Chiesa Primitiva (quella che e' nata subito dopo la morte di Gesu'). E' ovvio che essendo Gesu' ebreo di nascita tutti i segni che costituiscono la Celebrazione Eucaristica ricalcano il rito della Pasqua Ebraica, la prima "Messa" cristiana infatti Gesu' l'ha istituita mentre celebrava la Pasqua con i suoi discepoli a Gerusalemme nel Cenacolo. Sulla mensa di Gesu' c'erano i segni tipici di questo rito pasquale che si chiama Seder: i pani azzimi, le coppe di vino, le erbe amare, l'uovo sodo, la zampa d'agnello e l'haroset. Ognuno di questi cibi e' simbolo di una realta' che il popolo di Israele ha vissuto in Egitto: le erbe amare rappresentano l'amarezza della schiavitu', l'agnello e' quello il cui sangue e' stato asperso sugli stipiti delle porte perche' l'Angelo del Signore passasse oltre e cosi' via. Chi avesse la fortuna oggi di vivere la Pasqua con una famiglia ebraica troverebbe tutte queste cose sulla tavola.

Noi cattolici di fatto consideriamo gli ebrei i nostri fratelli maggiori, proprio perche' Gesu' era uno di loro. Allora ci piace ricordare questo durante il banchetto che faremo in una bella sala la mattina della domenica. In particolare l'haroset per il suo aspetto simboleggia il fango con il quale gli schiavi ebrei costruivano mattoni in Egitto, di fatto e' una composta di frutta fresca, secca e cannella.
L'haroset che faccio io e' quello di origine sefardita, una corrente di ebrei che vivevano in Spagna.

Haroset
per due barattoli:

2 kg di mele succose a spicchi
2 cu di cannella in polvere
3 chiodi di garofano macinati
una grattata di noce moscata
200g di prugne secche denocciolate o fichi secchi morbidi
200g di uvetta sultanina
mezzo bicchiere di vino rosso liquoroso
30g di mandorle non pelate

Mettere tutto tranne il vino in una pentola dai bordi alti e fondo spesso come per una marmellata. Quando inizia a sfrigolare (non fare attaccare!) sfumare con il vino e incoperchiare. Lasciare cuocere a fuoco molto basso fino a che le mele siano morbidissime, ma ancora in forma. Trasferire in un bicchiere frullatore e ridurre in composta un po' grezza.
Mettere in barattoli puliti, caldi e asciutti e sterilizzare in acqua che bolle per 20' se si vuole conservare 1 o 2 mesi, altrimenti riporre in un vaso con coperchio e una volta freddo mettere in frigo.

Mangeremo l'haroset accompagnandolo con un pane dolce.
Inizialmente pensavo di fare il Challah che e' appunto una treccia dolce di pane che gli ebrei mangiano durante lo Shabbat e altre feste, non quelle pasquali perche' nel tempo di Pasqua non consumano farinacei. E' molto bella da vedere perche' e' dorata, lucida e coperta di zuccherini ed e' composta da 6 braccia. Per imparare a farla ho dovuto seguire un tutorial su Youtube!
Pero' secondo me le ricette o si fanno originali o non c'e' gusto e siccome il burro nel Challah non c'e' e a me piace invece che ci sia ho preparato un pane dolce pasquale greco ortodosso che si chiama Tsoureki e l'ho fatto a forma di Challah perche' e' troppo bello!

Tsoureki a forma di Challah
per due trecce molto grandi o tre piu' piccole:

1,5kg di farina
60g lievito di birra fresco
150g di zucchero
250g di burro morbidissimo
5 uova
60cc di latte tiepido 
un tuorlo
zucchero in granella

Sciogliere il lievito in un po' di acqua tiepida con un cu di zucchero. Lasciare che formi la schiuma. In una terrina lavorare burro e zucchero fino a consistenza cremosa e incorporare le uova una ad una. Unire poi il latte tiepido ed il composto di lievito. Aggiungere un po' alla volta la farina mentre si impasta e lavorare fino ad ottenere una palla morbida. Mettere a lievitare per un'ora e mezza coperta e poi sgonfiarla. Dividerla in due o tre parti e poi dividere ogni parte in sei porzioni. Ridurre le porzioni in lunghi rotolini tutti uguali. Riunirli in gruppi di sei e formare le trecce come si vede qui.
Riporre le trecce su una o piu' teglie foderate e lasciar lievitare coperte un'altra ora. 
Poi spennellare con il tuorlo, cospargere di zuccherini e mettere a cuocere in forno per 50 minuti a 190 gradi. Dovranno risultare dorate e battendole con le nocche dovranno dare un suono "cavo".

dopo la seconda lievitazione





con l'Haroset

Intanto qui a casa la fame dilaga. N. fa frullati a manetta. "Ma siete sicuri che volete continuare il digiuno?" No perche' se la fame deve dare alla testa inizio ad ingozzarle con l'imbuto: le ragazze sono intrattabili e se anche i fratellini che non digiunano bevono il frullato sono proteste e strilli perche' "non e' giusto". Ma oggi pomeriggio il loro umore migliorera' perche' tireremo fuori i vestiti piu' belli e ci acconceremo a festa. E nel cuore della notte i nostri figli ci domanderanno con un canto "Che cosa c'e' di diverso questa notte da tutte le altre notti?"

Tutto e' pronto per iniziare, tutta la terra aspetta che il Re si svegli. Non vedo l'ora di iniziare a cantare il canto del Preconio Pasquale alla sola luce delle candele insieme a tutte le persone a cui voglio bene . Buona Pasqua a tutti!



4 commenti:

  1. Penso a quanta ricchezza trametterai ai tuoi figli, a quante cose sai, a quanto sai fare e ricreare a secondo dei tuoi gusti.
    La tua Tsoureki a forma di Challah mi ricorda un pane pasquale di tradizione meridionale fatto a forma di treccia come il tuo o chiuso a cerchio, con odore di finocchio selvatico.
    Saluti cari

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  2. Mumble...mumble...sara' mica la "cuddura" pugliese ??
    Grazie di tutte le cose belle.
    Scake

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  3. No alludevo ai "tortani" calabresi, che sono salati. Si fanno ancora in Calabria. Mia nonna preparava delle trecce che chiudeva a cerchio e ci metteva intorno tante uova intere quanti i componenti della famiglia. Per i bambini c'erano altre forme. Si mangiano a fettine sottili come pane accompagnato in modo particolare da soppressata a salame. E adesso ti faccio venire l'acquolina....o no?

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  4. Oh Jesus! Li ho visti ! DEVO FARLI!
    Anche perché dopo ciò che posterò domani si può passare al salato....

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