vivere in sette tra profumo di pane, fruscio di pagine, ronzio di radio, risate di giochi e sogni di viaggi

domenica 16 dicembre 2012

Quello spirito speciale dell'Avvento



Mica e` Natale ancora!
Vogliono farci credere che e` gia` Natale: mercatini  e casotte di legno gia' dal 6 novembre con vin brule`, decorazioni artigianali, babbucce in feltro, salami e cioccolata...e nei super mercati (dico un'ovvieta`) i panettoni e i pandori da piu` di due mesi.
Ma perche` cerchiamo tanto questo spirito natalizio quando Natale ancora non e`?
Perche` non sappiamo aspettare.
Io compresa.

 

A casa dei miei genitori abita da ormai un anno L. che viene da un paese dell'est.
Lungi dall'essere una donna semplice, L. ha origini contadine, ma e` laureata e ha avuto per molti anni un lavoro di grande responsabilita`.
Ma come molte delle donne che vengono da quella parte d'Europa sa fare bene moltissime cose: cucinare, fare i lavori domestici, cucire, fare a maglia, fare all'uncinetto, intrecciare i capelli, lavorare l'orto, allevare gli animali, fare ghirlande di fiori e molto altro.
Diciamo che sa fare quasi tutto.

E una cosa che sa fare benissimo secondo me e` aspettare.

L. ha avuto una vita molto molto difficile e diciamo che si e` dovuta arrangiare alla grande, ma la sua religione credo che l'abbia aiutata molto a superare i momenti difficili.
A volte quando racconta i fatti della sua vita privata penso:"Ma come cavolo a fatto a tirare avanti da sola?".
L. e` cristiana ortodossa e ha portato con se in Italia oltre che la sua piccola borsa anche la sua grande mole di tradizioni popolari che come di solito accade affondano le loro radici nella religione.
E` molto interessante ossevare le sue abitudini alimentari legate alle feste dell'anno ad esempio.

Io trovo che questi cristiani abbiano conservato (a differenza di noi cattolici che siamo un po' piu' "scialli", meno rigorosi) il senso dell'attesa della manifestazione di Dio.
Il cristiano attende questo evento con tutto se stesso: con il pensiero (pregando incessantemente o quasi), con le sue forze (le forze materiali sono i propri beni e quindi "dare la meta` dei propri beni ai poveri"Lc19), con il suo corpo (il digiuno e` mettere il corpo in attesa di qualcosa, del cibo appunto).
I cattolici praticano questa forma di attesa nel periodo quaresimale, in particolare dalla sera del venerdi` santo inizia il vero digiuno (digiuno dal cibo, si puo` solo bere) che si rompe con la grande festa il mattino della Risurrezione di  Cristo: Domenica di Pasqua. Mesi fa ci feci tre post in merito descrivendo come viviamo a casa nostra questo momento particolare dell'anno (potete leggere qui, qui e qui). E poi anche nell'Avvento dove per prepararsi alla nascita del Dio fatto uomo valgono le prime due forme di attesa (preghiera ed elemosina), ma la terza non viene piu` praticata, ne' predicata.

L. invece con la sua confessione ortodossa ci fa vivere (anzi fa vivere a mia madre diciamo...) durante l'anno parecchi periodi di digiuno: almeno cinque mi sembra di ricordare per le feste importanti dell'anno e in generale volendo anche il mercoledi` e venerdi` di ogni settimana.
Il digiuno consiste nell’escludere vino (e alcolici), olio e proteine animali (carne, pesce, uova, burro, latticini…) e nel consumare solo pane, pasta, riso, olive, ortaggi e verdure (cotte o crude), frutta fresca o conservata, ecc.
In questo periodo infatti a casa dei miei e` tutto un "e oggi che se magna?" perche` mia madre rispetta L. e le sue tradizioni, ma le viene difficile adeguarsi a tutte queste norme che escludono perfino olio, uova e latticini!

Ma al di la` della forma che assume il digiuno e` il significato che colpisce: il digiuno non e` una punizione per il corpo, anzi e` un aiuto a prepararsi a quello che verra`!
La dico in forma semplice: a casa di mio marito mia suocera mi diceva (con molta modestia) che quando i bambini si sedevano a tavola e mangiavano di gusto il merito non sempre era della cuoca ed il suo commento davanti a tanti slurp e gnam infatti era "fama granda!".
Della serie che quando sei affamato mangi con piu` gusto e soprattutto se vieni da un periodo di digiuno i sapori sono piu` netti, distinti, apprezzabili.
E` per questo che si digiuna: per attendere!

Vorrei tanto praticare il digiuno come un esercizio, un esercizio ad avere pazienza, a non assecondare sempre in maniera immediata le richieste di cibo che il mio corpo mi fa. Credo che il digiuno sarebbe per me una bellissima lezione di educazione alimentare! Ma non per dimagrire (magari...), ma come un voler guardare in faccia ai propri limiti: non ho pazienza, non so rinunciare a un tubo, non sono capace di accettare la scomodita` e la fame.
Questo ha imparato L. dalla vita: accettare le scomodita` e la fame. Tanta fame.
Il digiuno le e` stato imposto dalla sua storia, ma ancora oggi nonostante quello che ha passato e` capace di digiunare per aspettare Natale.

Io sono una schiappa col digiuno, mi viene perfino il nervoso quando ci provo!
Vorrei imparare a usare il digiuno come un modo per "gustare" l'attesa.
Mi sa che prima mi conviene pregare parecchio... 

Nel prossimo post una dimostrazione pratica di come a casa nostra viviamo questo Avvento.
Senno` faccio dei post chilometrici...



1 commento:

  1. Una festa dietro l'altra senza tregua e secondo me non perchè non sappiamo aspettare ma perchè è un nuovo modo per indurci agli acquisti. E la crisi incentiverà queste modalità, purtroppo.
    Anche io conosco delle donne dell'Est. Le trovo rispettose delle loro tradizioni che osservano scrupolosamente. Sono curiose, imparano con facilità e sono donne che sanno fare tutto e con molto garbo. Il digiuno...bisogna solo esserne convinti...
    Abbracci cara Scake

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