vivere in sette tra profumo di pane, fruscio di pagine, ronzio di radio, risate di giochi e sogni di viaggi

martedì 28 gennaio 2014

Mezzo vuoto

L. mi ha dato una pettinata

Sento freddino e ho mal di pancia. Una narice perennemente tappata e l'altra libera solo perche` almeno li` l'antistaminico fa effetto. I capelli che ti prego. E ho mangiato troppi biscotti a colazione.

Ok bicchiere mezzo vuoto oggi.

Le miriadi di idee che ho intesta ronzano cosi` forte che mi sembra di essere ai piedi di una cascata.
O forse e` solo il moccio che mi tappa le trombe di Eustachio.

Vorrei scrivere, scrivere, scrivere. E contemporaneamente mettere in ordine ordine ordine. E magari anche camminare, camminare, camminare e se riuscissi anche correre (solo una volta). Vorrei riprovare a dipingere acquerelli. E poi vorrei avere i capelli cortissimi (anzi il coraggio di tagliarmeli) e la pelle piu` tonica, meno occhiaie, meno sonno, meno ciccia, meno fame.
Vorrei non avere piu` male al ginocchio destro e soprattutto vorrei sentirmi a posto con me stessa.

Mamma sull'isterico, moglie non ne parliamo, casalinga frustrata perche` troppo spesso ridotta a mera donna delle pulizie. Non mi godo molto di quello che ho ultimamente.
La verita` e` che non molto tempo per godermi le cose. A volte si tratta di pochi secondi che sono cosi` preziosi da volerli immortalare con un video o uno scatto per non perderli mai piu`.



Come L. (5 anni) che mi racconta durante la colazione del lunedi` l'ultimo della Pixar che ha visto al cinema con la nonna. Devo trattenermi dal ridere perche` in realta` non sta raccontando, ma recitando.
Dentro quella testolina piccola e capelluta girano tante cose e nel suo cuoricino delicato vivono emozioni grandi. Basta vedere quando piange dopo che l'ho sgridata: avete presente gli occhi del Gatto con gli Stivali in Shrek? U G U A L E! Ma le sue lacrime sincere.
Eppure mi fa incazzare dieci volte al giorno: la chiamo e fa finta di non sentirmi, a cena non sta seduta un attimo e lascia SEMPRE il piatto pieno (vabbe` non ci sono abituata, gli altri quattro neanche il piatto mi lascerebbero) e poi... e poi che? Solo queste due cose, non sono molte. Sono io che sono scema allora.

Oppure E. (8 anni) con le sue gambe lunghe e gli occhi dolci che non partecipa alle partite della sua squadra di basket se non ci siamo noi a guardarlo, che e` perennemente a terra a rotolare e strofinarsi sul pavimento, che non vuole mettersi i jeans perche` tirano, ma buca tutte le ginocchia delle tute a due giorni dall'acquisto (per questo motivo a scuola sulla pagella avra` otiimo in "toppe sulle ginocchia")  e che quando la squadra avversaria perde un po' gli viene da piangere "perche` nessuno tifava per loro". Dagli a spiegare che giocava in trasferta.

Oppure G. (10 anni) permaloso, incazzoso, ambizioso e bello. Il bimbo sandwich, il terzo tra due femmine grandi e due piccoletti rompiscatole. L'unico che quando prende un discreto nelle verifiche mi annuncia che "e` andata male". L'unico che sa riordinare le sue cose perche` ha l'ordine scritto dentro, l'uomo duro dal cuore tenero che quando e` spensierato e felice ed e` in camera sua convinto che nessuno lo senta canta a squarciagola canzoni in inlgese. Nel suo inglese.

Oppure E. (11 anni) con il suo viso angelico, aperto, sorridente, allegro, ma dietro un testaccia dura e cocciutissima. Quella che non ha mezze misure: o si accende come un cerino e caccia strilli acutissimi o le prende la ridariola e va avanti le mezz'ore. Da due settimane abbiamo uno specchio dove posso specchiarmi intera (prima andavo in ascensore a guardarmi) e da due settimane E. passa casualmente sempre li` davanti a passi di danza classica e gonnellona da zingara. Mi odierebbe se leggesse qui.

Oppure M. (13 anni) che caratterialmente non mi somigghia pe' gnente. Tutta suo padre, riservata, silenziosa, di quell'ironia che sussurra. Alta, slanciata e snella, dal portamento elegante se non fosse che ogni tanto si ingobbisce. Pigra, ma curiosa. Inizia adesso a studiare come si dovrebbe e ogni volta che raccoglie buoni risultati torna a casa con gli occhi che brillano. Una tredicenne con cui ancora si puo` parlare (moda a parte). Dopo aver partecipato alla riunione informativa per i genitori (dico solo che siamo arrivati al punto che non si puo` demonizzare neanche la pornografia), sviscerato a fondo la cosa anche tra di noi, abbiamo convenuto con mio marito che il corso sull`affettivita` e la sessualita` previsto per i ragazzi della terza media non contiene elementi consoni al tipo di educazione che le stiamo dando su quest` argomento  e le abbiamo chiesto se le scocciava restarne fuori, la sua risposta e` stata chiara e lineare:"No".
Percio` ogni volta che la vado a prendere a scuola e la porto con me si siede rilassata in macchina e mi racconta la sua mattina, chiacchiera allegramente, condivide con me le sue impressioni sui suoi coetanei, mi parla della sua scelta sulla scuola secondaria, dubbi, certezze. A casa non lo fa quasi mai. Click! Momento prezioso.

Io ovviamente come faccio ad essere scontenta? Non posso, eppure mi capita. Perche` ci sto dentro fino al collo e i momenti stressanti sono piu` numerosi di quelli belli. E poi posso godermi tutto di loro solo quando non ho veramente niente da fare (mai o in vacanza) o quando mi prendo una mezz'ora per tirare le somme (chiudendo gli occhi per non vedere il caos che c'e` attorno): li riguardo da lontano come sto facendo in questo post.
Percio` ho deciso che tornero` a guardarli da lontano ogni tanto.
Ho bisogno di un appuntamento fisso che mi distolga da loro e mi aiuti a fare una cosa frivola, poco necessaria per gli altri, ma importante per me. Per tornare a casa sorridendo, come mi capitava all'inizio del mio lavoro, quando le cose andavano lisce.
"Tra le tante cose che potevi scegliere perche` proprio questa?" Mi ha chiesto mio marito.
Potevo iscrivermi di nuovo dopo 12 anni al corso di acqua gym, in palestra, corso di pittura, gruppo di lettura,
Fa parte di me l'essere un po` poliedrica probabilmente, volermi guardare attorno cambiando prospettiva...
Insomma che cavolo mi sono iscritta ad un corso di giapponese!




3 commenti:

  1. Grande!! Un corso di giapponese!! Noi sappiamo dire ITA DAKI MAS (si scrive così?mah, boh) che vuol dire buon appetito...i wwoofer che abbiamo ospitato quest'estate ci hanno lasciato, oltre che una voglia di viaggiare come quando eravamo ggiovani e non agricoli, un sacco di parole che usiamo regolarmente a casa. Un esperanto esilarante....
    Il caffè in paese, a quando?
    V.

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    1. Ciao V. davvero bisogna che mi do 'na mossa ad organizzarmi...Adesso poi c'ho pure il marito con la febbre! Dai che appena mi libero ti mando una mail
      ciaociao

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  2. Carissima Scake hai fatto bene a mandarmi il link di questo post. Come sono rimasta indietro! Non giro da un po' per Blog e non l'avevo letto. Sono quasi sempre dalla mia nipotina e per tutto Febbraio ho ripreso il laboratorio Tassellazioni che mi ha impegnata nei giorni liberi dal nonnasitting. Hai saputo fare una bella scelta: impegnarti in una attività che sia una cosa tua, che ti dia l'opportunità di pensare a qualcosa di diverso che non sia la routine della quotidianità, che ti arricchisca nella conoscenza e nei rapporti. Questa lingua magica sono sicura ti porterà in un mondo tutto da scoprire negli usi, nei costumi, nella storia, nella vita quotidiana. Sarà fantastico il tuo viaggio. Mi è venuto in mente il libro che ho letto tempo fa : Memorie di una gheisha. Mi è piaciuto tantissimo perchè ho scoperto una realtà che non conoscevo affatto e che è del tutto diversa da come la immaginavo. anzi lo voglio riprendere e leggerne un secondo s ullo stesso argomento che ho comprato ma non ancora letto. Ti mando un bacione con tanto affetto ed un invito a venirmi a trovare appena sarà un po' più caldino. Ti rivedrei con tanto tanto piacere.
    La madame

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